Isaia 35, 3-10
3 Fortificate le mani infiacchite,
rafforzate le ginocchia vacillanti!
4 Dite a quelli che hanno il cuore smarrito:
«Siate forti, non temete!
Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta,
la retribuzione di Dio;
verrà egli stesso a salvarvi».
5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e saranno sturati gli orecchi dei sordi;
6 allora lo zoppo salterà come un cervo
e la lingua del muto canterà di gioia;
perché delle acque sgorgheranno nel deserto
e dei torrenti nei luoghi solitari;
7 il terreno riarso diventerà un lago,
e il suolo assetato si muterà in sorgenti d’acqua;
nel luogo dove dimorano gli sciacalli
vi sarà erba, canne e giunchi.
8 Là sarà una strada maestra, una via
che sarà chiamata la Via Santa;
(nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto;
quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi.
9 In quella via non ci saranno leoni;
nessuna bestia feroce vi metterà piede
o vi apparirà;
ma vi cammineranno i redenti.
10 I riscattati dal SIGNORE torneranno,
verranno a Sion con canti di gioia;
una gioia eterna coronerà il loro capo;
otterranno gioia e letizia;
il dolore e il gemito scompariranno.
Cara Comunità!
Ricordo bene una Vigilia di Natale di quando ero ancora vicario. Dovevo tenere il primo culto della Vigilia e potevo andare in vacanza subito dopo. Voleva dire che, dopo il culto delle famiglie del pomeriggio, potevo prendere la macchina e andare a casa, dalla mia famiglia. Che mi aspettava a cena.
Vigilia di Natale, h. 17: bagagli caricati. Lavoro alle spalle. Partii. Davanti a me, le autostrade erano sgombre, vistosamente vuote. Il viaggio fu meraviglioso, si può dire che guidai volando. Alla radio venivano trasmessi gli inni natalizi più belli. I miei cari mi stavano aspettando. Avevo giornate libere da vivere. Le autostrade erano sgombre. Viaggiare fu meraviglioso.
Se lo racconto, oggi, non è per condividere con voi un ricordo di Natale. Voi ne avrete certo di altri e magari avrete ricordi anche più eccitanti.
Ve lo racconto perché illustra un’immagine della Bibbia che, forse, non metteremmo in relazione con l’Avvento o il Natale. Un’immagine che, a prima vista, non appare per niente suggestiva e nello spirito dell’Avvento.
Si tratta dell’autostrada. Che cos’ha a che fare con l’Avvento?
Ora, il profeta Isaia ci presenta, oggi, quest’immagine. Dice:
“Là sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la Via Santa”.
Anche se, naturalmente, Isaia non parla di un’autostrada moderna, parla però di una strada larga, sicura, diritta.
Strada che è contraddistinta da ciò che, per noi oggi, caratterizza anche l’autostrada: è sgombra da ostacoli. Consente un viaggio libero e sicuro. Non ha curve ingannatrici né semafori né ostacoli.
In autostrada si procede bene. Le valli vengono superate con viadotti; le colline sono perforate da gallerie. Il percorso è piano e diritto per consentire il viaggio. Sono ammessi solo i veicoli che possono superare una data velocità minima. Ostacoli e veicoli che intralciano non ci sono. In modo adeguato ai suoi tempi, è proprio così che Isaia descrive questa strada:
“nessun impuro vi passerà; essa sarà per quelli soltanto che la seguiranno; anche gli insensati non potranno smarrirvisi. In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede
o vi apparirà; ma vi cammineranno i redenti.”
I pericoli e gli ostacoli di un viaggo nell’antico Oriente vengono esclusi, qui, così come lo sono i pericoli e gli ostacoli su un’autostrada di oggi.
Viaggio libero verso il santuario di Gerusalemme. Viaggio libero in direzione di Dio. Accesso libero per coloro che cercano Dio.
Per recarsi al Tempio di Gerusalemme, c’erano strade pericolose che attraversavano il deserto. Animali feroci e predoni erano in agguato ai lati della strada. E anche a Gerusalemme, la via per il Tempio si snodava passando per vicoli e angoli. Qui, il percorso era disturbato da altri pellegrini, da mercanti e da ladri. La via verso Dio è tortuosa e complicata. Ci sono tante cose che distraggono, ostacolano o trattengono.
La via verso Dio è tortuosa, faticosa e complicata. Conduce per salite ripide e, piuttosto spesso, è troppo faticosa per noi. Molti rinunciano prima di essere giunti alla meta.
Per molti, essa è troppo lunga. “Le ginocchia vacillano”, dice Isaia. Non hanno più forza.
Per contro, adesso, l’immagine dell’autostrada:
piana, liscia, con vista libera fino in lontananza; sicura, priva di ostacoli, larga, così da poter superare eventuali ostacoli che disturbino.
Questa sì che sarebbe una bella immagine della fede! Niente vie petrose; niente porte strette; niente salite piene di rovi, ma un viaggio libero e una vista libera su Dio.
Questo sì che sarebbe bello! A Dio conduce un’autostrada, su cui possiamo procedere veloci, senza dubbi né preoccupazioni, arrivando in modo sicuro.
Questo, e nient’altro che questo, è ciò che il profeta Isaia ci mette davanti agli occhi.
“Ci sarà una strada.
I riscattati dal SIGNORE torneranno, verranno a Sion con canti di gioia; una gioia eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia; il dolore e il gemito scompariranno.”
Il simbolo biblico di oggi per il periodo dell’Avvento non è la luce delle candele né una ghirlanda né un ramo d’abete, ma è un’autostrada che si stende davanti a noi e che, in tutta la sua larghezza, conduce direttamente a Dio.
Che immagine insolita! Che immagine profana! Ma anche: che immagine semplice, chiara!
È così che dovrebbero essere la nostra fede e la nostra vita: sicure, chiare, piane; senza ostacoli, senza disturbi né domande, senza curve che impediscono la visuale!
Ma, cari miei, le cose non sono così semplici, né nella vita né nella fede.
Se noi, oggi, volessimo presentare la fede ai nostri confermandi come un’autostrada senza ostacoli né disturbi, faremmo loro delle promesse false. Non è così semplice. Lo sanno anche i bambini.
Eppure, Isaia ci presenta quest’immagine insolita.
I
L’idea della fede come autostrada sgombra che conduce a Dio è, anzitutto, una sollecitazione diretta a noi. Ci interpella circa quel che ostacola e blocca la nostra strada che conduce a Dio. Ci domanda: quali sono gli ostacoli che hai posto sulla piana tra te e Dio?
Che cosa si è accumulato sulla strada tra te e Dio? Che cosa vi hai posto tu stesso e che cosa hanno posto gli altri sulla strada, che t’impediscono?
Che genere di ostacoli e disturbi ci sono? Che cosa ti distoglie da Dio? Quali idee sbagliate di Dio si sono annidate? Che cosa impedisce il tuo cammino verso Dio? Sono pigrizia e amor di comodità? Sono forse le delusioni riguardo Dio stesso, perché non è stato così come noi lo volevamo? Sono forse le ferite a impedirci di aprirci completamente a Dio? Sono altre persone, che vogliono convincerci a non credere in Dio o che ci hanno reso impossibile credere?
Su nessuna autostrada possono restare ostacoli. Qui le auto non possono parcheggiare. Qui non si può scaricare l’immondizia. Qui nessuno può restare fermo senza una buona ragione. Su un’autostrada deve regnare un ordine rigoroso. Altrimenti, arriva subito il soccorso stradale.
E, sotto questo aspetto, l’immagine dell’autostrada è davvero pregnante per l’Avvento. Dobbiamo sgombrare. Non solo nelle nostre case e salotti addobbati per Natale, ma sulla nostra strada che conduce a Dio. Dobbiamo pulire, togliere la robaccia dalla nostra relazione con Dio. Dobbiamo togliere tutti gli ostacoli che abbiamo creato noi stessi.
“Preparate una via al Signore”, dice il profeta, in un altro passo. E come si può preparare una via se non liberandola!
Liberiamoci, in questo periodo d’Avvento, di tutto ciò che ostacola il cammino.
Tutti voi sapete benissimo quali ostacoli e impedimenti si trovano sulle vostre autostrade personali. Facciamo piazza pulita di tutto ciò che si frappone tra noi e Dio. Spazziamo via la sabbia e i detriti che rendono pericolosi i nostri giorni. Laviamo via quel che annebbia la visuale chiara davanti a noi. Non guardiamo troppo spesso indietro, ma guardiamo avanti. Perché chi, in autostrada, guarda indietro, prima o poi finisce contro un muro.
II
Per quanto sia importane questa sollecitazione a pulire la strada della nostra vita, non posso limitarmi ad essa.
Il profeta Isaia non dice: “costruite voi stessi una strada che conduca a Dio!”.
Ma dice: “Là ci sarà una strada! Ecco, lì è il vostro Dio! Dio viene e vi aiuterà.”
Dio costruisce la sua strada che conduce a noi. Questo è il punto decisivo. Non si tratta del fatto che i nostri piccoli sentieri esistenziali conducano faticosamente a Dio, sperando di farcela ad arrivare. No: Dio fa la sua strada per noi che conduce a lui! Questa è l’altra verità, fondamentale dell’Avvento, che Isaia, oggi, ci mette davanti agli occhi.
Dio fa la sua strada che conduce a noi. E che è larga come le braccia aperte di Gesù in croce. Tu puoi venire da me. Tu verrai da me. E tutto ciò che ti ostacola, io lo tolgo dalla strada.
Dio si fa strada attraverso i grovigli della Storia, attraverso la colpa umana, attraverso la malvagità anche delle religioni e fa una strada che conduce a noi, su cui Gesù si mette in cammino.
Il Bambino nella mangiatoia non è una decorazione dei nostri giorni di festa.
Il Figlio di Dio è il Redentore che toglie gli ostacoli lì dove noi non riusciamo ad andare avanti.
Se, sulle nostre autostrade, ci sono ostacoli; se, sulle nostre autostrade, ci sono oggetti che cadono sulla corsia, allora non possiamo né dobbiamo togliergli noi stessi. Sarebbe troppo pericoloso!
Allora, arriva il soccorso stradale e toglie gli ostacoli per noi.
Allora, arriva il soccorso stradale e mette la segnaletica di avvertimento.
Della nostra sicurezza in autostrada sono altri, ad occuparsene.
E anche della nostra sicurezza sul cammino verso Dio è un altro ad occuparsene
Gesù Cristo, il soccorso stradale divino.
“In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi metterà piede o vi apparirà”.
Non perché siamo noi ad aver sgombrato dalla strada i pericoli del peccato e della malvagità, cosa che non siamo assolutamente in grado di fare, ma perché il nostro Redentore li ha tolti e li toglie di continuo.
È lui a liberare la strada. È lui a rendere larga la strada. Ed è lui ad aprirci la visuale. Questo è il messaggio, che toglie pesi e che allevia, collegato all’immagine dell’autostrada larga di Dio.
Perciò è scritto:
“Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti, non temete!»”.
Perciò è scritto:
“Fortificate le mani infiacchite, rafforzate le ginocchia vacillanti!“
Chi vede la via davanti a sé; chi ha visuale libera su una strada in piano, procede agevolmente, anche quando zoppica o arranca. Perché ha la meta davanti agli occhi!
Dio sciorina la sua strada davanti a noi, affinché arriviamo da lui.
Dio sgombra la strada, affinché non restiamo farmi a noi stessi.
Dio dà la sua direzione, affinché non restiamo prigionieri delle nostre idee.
Allora, non restiamo fermi! Ma incamminiamoci su questa strada prima di Natale e oltre.
I nostri tratti di strada e capitoli di vita possono, a più riprese, apparirci come cammini pieni di rovi, piuttosto che come autostrade larghe, sicure.
Ma questi cammini pieni di rovi, un altro li ha compiuti, in piena consapevolezza, affinché noi non vi restiamo impigliati.
Proprio come è ben detto in quest’inno:
“Maria andava per un roveto. Kyrieleison.
Ed ecco, dalle spine spuntarono rose. Gesù e Maria.”
Qui, ogni cammino ancora tanto doloroso diventa sicuro e sano.
Qui, ogni vicolo cieco senza speranza diventa una via d’uscita.
E allora, non restiamo fermi, con le nostre ginocchia vacillanti.
Guardiamo avanti, a lui, e preghiamolo con le parole di un altro inno d’Avvento:
“Costruisciti una strada / che ti porti nel mio cuore!” (EG 12,4).
Amen.